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Il significato della parola Patria per Giovanni Paolo II
Quando penso patria esprimo me stesso,
affondo le mie radici,
è voce del cuore.
Frontiera segreta che da me si dirama verso gli altri,
fino ad abbracciare tutti.
fino al passato più antico di ognuno.
San Giovanni Paolo II
Quando penso patria esprimo me stesso,
affondo le mie radici,
è voce del cuore.
Frontiera segreta che da me si dirama verso gli altri,
fino ad abbracciare tutti.
fino al passato più antico di ognuno.
San Giovanni Paolo II
Alcune curiosità sul "CANTO DEGLI ITALIANI":
- fu scritto nell'autunno del 1847 da Goffredo Mameli ed è stato musicato poco dopo a Torino da Michele Novaro
- Giuseppe Verdi lo scelse come inno nazionale e lo inserì nell'Inno delle Nazioni, in occasione dell'Esposizione Universale di Londra nel 1864
- il 15 Novembre 2017 la Commissione Affari Costituzionali del Senato della Repubblica Italiana ne ha approvato l'istituzionalizzazione col titolo "Il Canto degli Italiani"
- fu scritto nell'autunno del 1847 da Goffredo Mameli ed è stato musicato poco dopo a Torino da Michele Novaro
- Giuseppe Verdi lo scelse come inno nazionale e lo inserì nell'Inno delle Nazioni, in occasione dell'Esposizione Universale di Londra nel 1864
- il 15 Novembre 2017 la Commissione Affari Costituzionali del Senato della Repubblica Italiana ne ha approvato l'istituzionalizzazione col titolo "Il Canto degli Italiani"
IL CANTO DEGLI ITALIANI - INNO DI MAMELI
Goffredo Mameli, poeta e patriota italiano, nacque a Genova nel 1827 e cadde a Roma nel 1849.
Nel 1848 combatté a Milano e l'anno seguente a Roma alla difesa della Repubblica partecipando, quale aiutante di Garibaldi, allo scontro di Velletri. Fu gravemente ferito nella difesa di Roma e spirò tre giorni dopo l'ingresso dei francesi nella città. E' passato alla storia come il prototipo del poeta romantico combattente per la libertà della patria. Autore di numerose odi, tra cui nel 1847 "Fratelli d'Italia" che, musicata sempre nel 1847 da Michele Novaro (23 ottobre 1818 - 21 ottobre 1885), è divenuta inno nazionale, dopo il 2° conflitto mondiale (1946) in sostituzione della Marcia Reale, inno d'Italia dal 1861 al 1946, scritto da Giuseppe Gobetti per Carlo Alberto. Oggi l’Inno Nazionale “Fratelli d’Italia” è chiamato “Il canto degli Italiani”
Goffredo Mameli, poeta e patriota italiano, nacque a Genova nel 1827 e cadde a Roma nel 1849.
Nel 1848 combatté a Milano e l'anno seguente a Roma alla difesa della Repubblica partecipando, quale aiutante di Garibaldi, allo scontro di Velletri. Fu gravemente ferito nella difesa di Roma e spirò tre giorni dopo l'ingresso dei francesi nella città. E' passato alla storia come il prototipo del poeta romantico combattente per la libertà della patria. Autore di numerose odi, tra cui nel 1847 "Fratelli d'Italia" che, musicata sempre nel 1847 da Michele Novaro (23 ottobre 1818 - 21 ottobre 1885), è divenuta inno nazionale, dopo il 2° conflitto mondiale (1946) in sostituzione della Marcia Reale, inno d'Italia dal 1861 al 1946, scritto da Giuseppe Gobetti per Carlo Alberto. Oggi l’Inno Nazionale “Fratelli d’Italia” è chiamato “Il canto degli Italiani”
Il Canto degli italiani (inno di Mameli)
Goffredo Mameli - Michele Novaro
Fratelli d'Italia
l'Italia s'è desta,
Dell'elmo di Scipio
S'è cinta la testa.
Dov'è la vittoria?
Le porga la chioma,
Che schiava di Roma
Iddio la creò.
Stringiamoci a coorte
Siam pronti alla morte
l'Italia chiamò.
Stringiamoci a coorte
Siam pronti alla morte
l'Italia chiamò. Sì.
Noi siam da secoli
Calpesti, derisi,
Perché non siam popolo,
Perché siam divisi.
Raccolgaci un'unica
Bandiera, una speme:
Di fonderci insieme
Già l'ora suonò.
Stringiamoci a coorte
Siam pronti alla morte
l'Italia chiamò.
Stringiamoci a coorte
Siam pronti alla morte
l'Italia chiamò. Sì.
Uniamoci, amiamoci,
L'Unione, e l'amore
Rivelano ai Popoli
Le vie del Signore;
Giuriamo far libero
Il suolo natio:
Uniti per Dio
Chi vincer ci può?
Stringiamoci a coort
Siam pronti alla morte
l'Italia chiamò.
Stringiamoci a coorte
Siam pronti alla morte
l'Italia chiamò. Sì.
Dall’Alpe a Sicilia,
Dovunque è Legnano.
Ogn’uom di Ferruccio
Ha il core, ha la mano.
I bimbi d’Italia
Si chiaman Balilla,
Il suon d’ogni squilla
I Vespri suono’. (10)
Stringiamoci a coorte
Siam pronti alla morte
l'Italia chiamò.
Stringiamoci a coorte
Siam pronti alla morte
l'Italia chiamò. Sì.
Son giunchi, che piegano
Le spade vendute.
Già l’Aquila d’Austria
Le penne ha perdute.
Il sangue d’Italia,
Il sangue Polacco,
Bevè, col cosacco,
Ma il cor le bruciò.
Stringiamoci a coorte
Siam pronti alla morte
l'Italia chiamò.
Stringiamoci a coorte
Siam pronti alla morte
l'Italia chiamò. Sì.
Goffredo Mameli - Michele Novaro
Fratelli d'Italia
l'Italia s'è desta,
Dell'elmo di Scipio
S'è cinta la testa.
Dov'è la vittoria?
Le porga la chioma,
Che schiava di Roma
Iddio la creò.
Stringiamoci a coorte
Siam pronti alla morte
l'Italia chiamò.
Stringiamoci a coorte
Siam pronti alla morte
l'Italia chiamò. Sì.
Noi siam da secoli
Calpesti, derisi,
Perché non siam popolo,
Perché siam divisi.
Raccolgaci un'unica
Bandiera, una speme:
Di fonderci insieme
Già l'ora suonò.
Stringiamoci a coorte
Siam pronti alla morte
l'Italia chiamò.
Stringiamoci a coorte
Siam pronti alla morte
l'Italia chiamò. Sì.
Uniamoci, amiamoci,
L'Unione, e l'amore
Rivelano ai Popoli
Le vie del Signore;
Giuriamo far libero
Il suolo natio:
Uniti per Dio
Chi vincer ci può?
Stringiamoci a coort
Siam pronti alla morte
l'Italia chiamò.
Stringiamoci a coorte
Siam pronti alla morte
l'Italia chiamò. Sì.
Dall’Alpe a Sicilia,
Dovunque è Legnano.
Ogn’uom di Ferruccio
Ha il core, ha la mano.
I bimbi d’Italia
Si chiaman Balilla,
Il suon d’ogni squilla
I Vespri suono’. (10)
Stringiamoci a coorte
Siam pronti alla morte
l'Italia chiamò.
Stringiamoci a coorte
Siam pronti alla morte
l'Italia chiamò. Sì.
Son giunchi, che piegano
Le spade vendute.
Già l’Aquila d’Austria
Le penne ha perdute.
Il sangue d’Italia,
Il sangue Polacco,
Bevè, col cosacco,
Ma il cor le bruciò.
Stringiamoci a coorte
Siam pronti alla morte
l'Italia chiamò.
Stringiamoci a coorte
Siam pronti alla morte
l'Italia chiamò. Sì.
Come leggere oggi i versi del Canto degli Italiani
Fratelli d’Italia, L’Italia si è svegliata. Sul capo ha l’elmo di Scipione l’Africano, il vincitore di Cartagine. Dov’è la vittoria? L’Italia ne afferri la chioma. Dio ha infatti concepito la vittoria come schiava di Roma (e delle sue glorie).
Schieriamoci in battaglia (la coorte era l’unità della Legione romana).
Siamo pronti alla morte. L’Italia ci ha chiamati.
Da secoli veniamo calpestati e derisi, perché non siamo un popolo, perché siamo divisi.
Ci accomuni una sola bandiera. Ci leghi un’unica speranza. L’ora di unirci è già suonata.
Schieriamoci in battaglia. Siamo pronti alla morte. L’Italia ci ha chiamati.
Uniamoci e amiamoci. L’unione e l’amore indicano ai popoli le vie segnate dal Signore. Giuriamo di rendere libera la nostra patria. Se saremo uniti, per Dio, chi riuscirà a sconfiggerci?
Schieriamoci in battaglia. Siamo pronti alla morte. L’Italia ci ha chiamati.
Dalle Alpi alla Sicilia, è come se ogni angolo d’Italia fosse Legnano (qui la lega lombarda sconfisse nel 1176, l’imperatore Federico Barbarossa). Ogni nostro compatriota ha il coraggio e il valore di Francesco Ferrucci (fu il difensore della Repubblica di Firenze, assediata nel 1530 dall’imperatore Carlo V. I bambini d’Italia si chiamano tutti Balilla (è il nomignolo di un ragazzo assunto a simbolo della sommossa contro gli austriaci, scoppiata a Genova nel 1746). Ogni campana evoca il suono dei Vespri siciliani (si vuole siano state le campane a chiamare il popolo alla lotta, durante l’insurrezione antifrancese di Palermo, detta dei Vespri siciliani, il 30 marzo 1282.
Schieriamoci in battaglia. Siamo pronti alla morte. L’Italia ci ha chiamati.
Le spade dei mercenari, al soldo degli austriaci, sono deboli come giunchi che si piegano. L’Austria , la potenza che oggi domina nei nostri confini, ha già perduto le penne di quell’aquila che adorna il suo stemma. L’impero austro-ungarico ha bevuto il sangue dell’Italia. Alleato della Russia, con l’aiuto delle truppe cosacche , l’Impero ha represso nel sangue la libertà della Polonia. Ma tutto quel sangue gli ha bruciato il cuore.
Schieriamoci in battaglia. Siamo pronti alla morte. L’Italia ci ha chiamati.
Fratelli d’Italia, L’Italia si è svegliata. Sul capo ha l’elmo di Scipione l’Africano, il vincitore di Cartagine. Dov’è la vittoria? L’Italia ne afferri la chioma. Dio ha infatti concepito la vittoria come schiava di Roma (e delle sue glorie).
Schieriamoci in battaglia (la coorte era l’unità della Legione romana).
Siamo pronti alla morte. L’Italia ci ha chiamati.
Da secoli veniamo calpestati e derisi, perché non siamo un popolo, perché siamo divisi.
Ci accomuni una sola bandiera. Ci leghi un’unica speranza. L’ora di unirci è già suonata.
Schieriamoci in battaglia. Siamo pronti alla morte. L’Italia ci ha chiamati.
Uniamoci e amiamoci. L’unione e l’amore indicano ai popoli le vie segnate dal Signore. Giuriamo di rendere libera la nostra patria. Se saremo uniti, per Dio, chi riuscirà a sconfiggerci?
Schieriamoci in battaglia. Siamo pronti alla morte. L’Italia ci ha chiamati.
Dalle Alpi alla Sicilia, è come se ogni angolo d’Italia fosse Legnano (qui la lega lombarda sconfisse nel 1176, l’imperatore Federico Barbarossa). Ogni nostro compatriota ha il coraggio e il valore di Francesco Ferrucci (fu il difensore della Repubblica di Firenze, assediata nel 1530 dall’imperatore Carlo V. I bambini d’Italia si chiamano tutti Balilla (è il nomignolo di un ragazzo assunto a simbolo della sommossa contro gli austriaci, scoppiata a Genova nel 1746). Ogni campana evoca il suono dei Vespri siciliani (si vuole siano state le campane a chiamare il popolo alla lotta, durante l’insurrezione antifrancese di Palermo, detta dei Vespri siciliani, il 30 marzo 1282.
Schieriamoci in battaglia. Siamo pronti alla morte. L’Italia ci ha chiamati.
Le spade dei mercenari, al soldo degli austriaci, sono deboli come giunchi che si piegano. L’Austria , la potenza che oggi domina nei nostri confini, ha già perduto le penne di quell’aquila che adorna il suo stemma. L’impero austro-ungarico ha bevuto il sangue dell’Italia. Alleato della Russia, con l’aiuto delle truppe cosacche , l’Impero ha represso nel sangue la libertà della Polonia. Ma tutto quel sangue gli ha bruciato il cuore.
Schieriamoci in battaglia. Siamo pronti alla morte. L’Italia ci ha chiamati.